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Esposizione Riccardiana

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Spadoncino da duello

Questa è un'arma stupefacente della panoplia rinascimentale.
Non si tratta di un'arma da guerra, da impiegarsi con gesti possenti contro le corazze nemiche, ma di uno strumento agilissimo pensato e bilanciato per il duello in camicia.
Le differenze sostanziali tra uno spadone da duello e uno da guerra risiedono nell'affilatura curata e nella foggia dell'elsa, pensata per proteggere le mani e non per utilizzare l'arma afferrandola per la lama.
Sebbene gli scritti dell'epoca ci riportino che fosse buona regola avere un uomo armato di spadone con sé in caso di scaramuccia per strada, per sgombrare rapidamente un'area di campo, la maggior parte del patrimonio letterario che ci è arrivato parla di tecniche raffinate, al pari di quelle scritte per la spada da lato, per il duello.
Una scelta d'armi decisamente particolare, riservata a uomini possenti, lo spadone offre una rosa di opzioni tattiche dal gioco largo fino alle prese, ma si stacca dalla tradizione antica di combattimento con la spada a due mani proprio per la possibilità di gestire la punta affilata in giochi rapidi e letali, invece che preferire l'impatto poderoso.
La perizia necessaria per assemblare una lama di queste dimensioni, che reggesse allo sforzo cui è destinata flettendo senza spezzarsi e insieme mantenendo un peso maneggevole è degna di pochi maestri spadai.

Lama in acciaio ferroso a doppia densità ripiegato. Fornimenti in acciaio saldati a forgia: elsi e anelli paramano. Guardiola al ricasso costituita da due denti d'arresto saldati a forgia sulla lama prima della tempratura. Impugnatura ergonomica, in treccia di acciaio e ottone su legno e cuoio. Pomo a campana e codolo ribattuto.
Lungezza: 155 cm    Peso: 2430 g