Nel mutevole scenario delle guerre d'Italia del primo scorcio del XVI secolo anche gli abiti dei soldati sono oggetto di rapidi aggiornamenti.
L'abito che abbiamo concepito come punto di riferimento per la Comapagnia tiene conto del superamento della moda quattrocentesca delle calze attillate e dei corpetti stringenti che andassero ad esaltare le forme e slanciare la figura, verso una moda più continentale che esigeva spalle larghe e membra possenti insieme a barbe fiere e cappelli imponenti, ma anche tenendo conto delle peculiarità della moda fiorentina che vedeva ancora le maniche staccate dal farsetto per essere sostituite all'occasione e una generale semplicità nel taglio.
L'omogeneità nel colore anche se non nel dettaglio della foggia, discende dall'intuizione di Giovanni de' Medici di formare un insieme uniforme, in modo da potersi riconoscere a colpo d'occhio e poter coordinare una compagine di uomininumerosa, specie sul campo di battaglia, senza esser elimitati, come era all'epoca, nel doversi riconoscere personalmente.
Il cappello all'italiana o alla lanza, per quanto semplificato nell'ampiezza e privo di quei fronzoli poco marziali, la manica tagliata a mostrare la camicia, il busto pulito di semplice manutenzione e la gamba comoda, per meglio muoversi rapidi, sono caratteristiche tipiche dell'abito delle Bande Nere.
Lo stivale vuole ricordare che le Bande Nere non erano fondamentalmente unità di fanteria, ma cavalleggeri da breccia, armati pesantemente ma mobili.
La fascia bianca al braccio per garantire la pulizia "che il bianco è tale solo se è pulito" vuole ricordare un altro dei celebri ordini del Capitano, mentre in occasioni formali si indossano le bande a lutto per la morte di Giovanni de' Medici.